Londra autunno 1872.
Clem Turner, la sua pittura.
La madre e la sua voglia di evadere ed allontanarsi dal marito.
Parigi primavera 1873
Una nuova città, delle nuove speranze.
La voglia di trovare un maestro per la sua arte, la madre che sembra sempre più instabile.
Fino ad una terribile notte...delle mani, delle parole, ferite sulla pelle e sull'anima, la fuga.
Fino a trovarsi lì, di fronte ad una casa, di fronte a lei, Mademoiselle Moreau, Irmine.
Donna avvenente e sfacciatamente bella conosciuta poco prima tramite Gustave, il quale intima il ragazzo di starle alla larga, ma...
Clem ha la febbre, non si regge in piedi.
Si risveglia in un letto che non è il suo, rivede Irmine, conosce anche lui, Jerome Faure.
Due occhi che non si dimenticano, dei capelli biondi ed un'estrema gentilezza, una gentilezza che cela una tristezza, una difficoltà...
Una casa che non è delle più raccomandabili, ma lui sta troppo male per andarsene.
Lacrime, lacrime di sangue...
Ma la guarigione arriverà e con essa la convinzione di avere un nuovo amico ma anche una donna.
La più bella bugiarda che il mondo abbia mai conosciuto.
Perché Irmine nasconde dei segreti, tanti segreti...
Ma anche Clem cela dentro di lui qualcosa, qualcosa di misterioso, inquietante...pauroso.
Vattene da Parigi, non tornare altrimenti io lo saprò.
Jerome, ma dov'è Jerome?
Per trovarlo sarà necessario fare l'impensabile, l'impossibile...almeno fino ad oggi.
Lèonor Perez sarà una guida, una guida con una Gorgiera in prestito...
Memorie di memorie di memorie. Paure su paure su paure.
Una minaccia continua però a celarsi negli angoli bui...
Una minaccia che Clem vorrebbe solo abbracciare dopo aver visto, dopo il viaggio, dopo la dipartita...per la morte.
Danzo con il terrore. La pace della morte è il mio dono.
Ricorda Clem, ricorda queste parole.
Buon viaggio Sig? Sono Jerome, Jerome Faure.
Abel Montero torna a far parlare di sé con un fantasy dall'aria vittoriana.
Una storia originale sicuramente, che nemmeno ti aspetti e che vorresti avesse ancora di più da raccontare.
Difatti, ho un po' sofferto la mancanza di "un qualcosa in più". Mi spiego...se la prima parte è denotata da accurata descrizione ed andamento studiato e lento, la seconda scorre fin troppo veloce sotto le mani avide del lettore, tanto che avrei desiderato maggior approfondimento o una narrazione protratta più a lungo.
Io un secondo libro...lo farei anche.
Al di là di questo, la scrittura è come sempre semplice ma ben studiata, in questo caso conforme al periodo narrato.
Un fantasy che si fa leggere velocemente e che porta anche dei colpi di scena, con un protagonista del quale sentiremo bene emozioni, pensieri e...paure.
Consigliato a chi conosce già l'autore per le sue saghe ma che vuole concedersi uno scritto autoconclusivo, che diciamocelo...come fantasy non è che ne troviamo poi molti.