venerdì 16 dicembre 2022

INANNA, Emanuela Imineo

REGINA DEL DOLORE SENZA FINE, REGINA FATTA DI OSSA E SPINE

SCHEDA TECNICA:

Titolo: Inanna 
Autore: Emanuela Imineo 
Data di pubblicazione: 26 ottobre 2022
Ce: Ode edizioni
Prezzo: ebook 2,99 euro/cartaceo 12,99 euro
Disponibilità: Amazon clicca qui
Valutazione personale: 💥💥💥💥/5





TRAMA:

Mi presento all’Inferno per ciò che sono e dovrò essere. Innocente per quello che ero e Dannata per quello che ho fatto. Se proprio questa deve essere la mia punizione, voglio che venga messa da parte la vecchia me e ci sia spazio per la regina che l’Inferno richiede.

Inanna è Dea della natura e della bellezza, regina dei Cieli e della Terra. È sorella di Ereshkigal che, invece, non è più nulla.
Inanna proverà a discendere negli Inferi per salvarla, perché Ereshkigal è diventata Dea oscura, relegata nel Kurnugi, il Paese del non ritorno.
Inanna dovrà lasciare sette cose di sé in ogni livello infernale che attraverserà per raggiungere la regina delle tenebre.
La disperazione senza fine dei dannati graffia via il meglio di chiunque la attraversi.
Cosa resterà di lei?

Inanna è una rivisitazione in chiave horror del poema sumero “La Discesa di Inanna negli
Inferi”.
Due sorelle, un'ombra e il dolore di dover vivere.








COSA NE PENSO?

Tratto dal poema la discesa di Inanna, inciso con grafia sumera cuneiforme su piccole tavole di argilla, rinvenute negli scavo archeologici a Nippur nel periodo tra il 1889 e il 1900.

Ci troviamo in Mesopotamia, a Uruk.
Qui due sorelle saranno le nostre protagoniste, due dee, la faccia opposta della stessa medaglia.

Ereshkigal, divinità dei fiori delicati, della purezza e delle belle arti, divenuta regina degli inferi, del Kurnugi, luogo di perdizione, tortura, dolore e distruzione, luogo di vuoto e buio.

Inanna, dea dell'amore e della fecondità, colpevole di aver condannato la sorella a quel luogo, in cerca di redenzione per sé stessa, di aiuto per la sorella ma soprattutto per il suo amato genere umano.

Ma la condanna è arrivata per un motivo. 
Il sangue del suo sangue che ha alzato la lama verso il padre dei Cieli. Il tutto durante il suo matrimonio col dio del vento, signore delle tempeste Enlil che Inanna reputava desideroso unicamente di potere, non adatto alla sorella.
Per lei difatti, lui è da condannare comunque per aver slagiato la sorella, da condannare all'oblio.

Ereshkigal impara a convivere con dolore, a farlo la sua sete di felicità, ad essere la regina che il Kurnugi si aspetta. L'autolesione porta la sua voce, quella di Enlil che non ha mai dimenticato.

L'odio per Inanna poi è ciò che si è alimentato negli anni, nei secoli. Una vendetta che spera di consumare, un desiderio che la tiene in vita.

Inanna discenderà negli inferi con la speranza di salvare quella sorella che lei stessa ha condannato.

Il suo cammino inizierà col s*ngue, col sacrificio per trovarne l'ingresso e continuerà con un qualcosa da donare, qualcosa da cui spogliarsi per poter attraversare ogni livello.

I deboli ignoranti, i diffidenti, i perduti, i su*cidi. Torture indicibili, dolore e sofferenza dilaganti, urla strazianti.

Un cupo sordo dolore che l'attraversa ad ogni livello, ad ogni passo, ad ogni visione infernale.

Inanna dovrà perdere sé stessa...la sua regalità, le sue vesti, ciò che la rende la dea che è. 

Ogni passo diverrà più duro del precedente, ogni nuovo scenario più angosciante. Inanna arriverà dalla sorella? Cosa otterrà?

Ereshkigal...un ghigno che sembra un sorriso...un sorriso che si palesa solo col dolore...


Un rivisitazione del mito in chiave assolutamente horror che ben si adatta al contesto. 
Una visione dettagliata su ogni singola tortura, una visione macabra soprattutto per i su*cidi, dove l'autrice, con coraggio, si sofferma maggiormente.

Una continua analogia con le due sorelle.
Da una parte una dea che vive solo attraverso il dolore, che ha perso tutto ciò che vi era di umanità in lei.
Dall'altra una che vive col rimorso, col senso di colpa perenne. Una che si spoglia di tutto, rimane nuda con tutta la sua fragilità.

Un dolore che è difficile mettere da parte, un dolore che corrode l'anima e l'esistenza.
Un buio, un vuoto, il nulla.

Scritto in modo esemplare senza tralasciare alcun dettaglio, alcuna nitida visione delle torture e dell'atmosfera del Kurnugi. Una vivida rappresentazione del male.

Non aspettatevi un retelling semplice e soft, preparatevi ad una lettura forte, cruda.

E ci sarà anche chi, rimasto sulla Terra in attesa della sua dea, vorrà far di tutto per salvarla...anche macchiarsi le mani...macchiarsele di s*ngue, tanto s*ngue...








I MIEI PRO

Un retelling mitologico nuovo con un impronta oscura che gli da quel tocco in più.

I MIEI CONTRO

Non ne ho da segnalare.

            






 










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4 commenti:

  1. Non ho molto stomaco per le storie cosi dure, non so se riuscirei a leggerlo!!

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  2. Amo i retelling delle mitologie. Apprezzo soprattutto quelle meno conosciute

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  3. L'analogia tra le sorelle mi piace moltissimo

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  4. Da quanto letto non è scattato il colpo di fulmine che mi faccia venire il desiderio di saperne di più. Forse però ci starebbe bene nel periodo di Halloween

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