COSA NE PENSO?
Siamo giunti al capitolo conclusivo di questa storia di una vita, una di quelle alle volte dense, alle altre scarne.
Una vita che attraversa momenti storici, che incontra persone, che scrive su carta ancora e ancora.
Ormai Tove non ha più alcuna profonda amarezza nei confronti della madre, ormai Tove è cresciuta, vent'anni.
L'abbiamo lasciata nella casa condivisa con Viggo F. e lì la ritroviamo...sconsolata, infastidita dalle giovani coppie che vede passare dalla finestra, chiedendosi se è davvero questo ciò che vuole per lei.
Ma intanto può scrivere e questo la rende sempre felice, sempre.
Ma la vita scorre, le amicizie, il Circolo dei Giovani Artisti, un uomo...
Piet. Mille parole, lettere. Promesse.
Un marito lasciato. Una nuova vita. Una camera in affitto con la sua macchina da scrivere. Viggo F. disperato, lei felice.
Ma quella felicità potrà durare? Un rapporto che finisce, stoicismo, come poi le aveva anticipato Nadja. Un bisogno di amore che sembra portarla a donarsi al primo dagli occhi profondi che le viene consigliato.
Una festa, uno studente squattrinato, Ebbe.
Alla fine finisce per sposarlo perché aspetta lei, Helle.
Alti e bassi, litigi e pace. Amici, avventure fuori porta con Ester. Un ab*rto.
Sembra tutto svolgere al meglio se non che...dipendenza.
Un'altra festa, un incontro casuale con Carl. Uomo per nulla affascinante ma sotto alcol sembra appetibile. Un altro ab*rto, lui è medico in fin dei conti. La prima iniezione della fine, petidina.
Cominciano le bugie, la voglia irrefrenabile. Ti lascio Ebbe, sposo Carl, lui ha la petidina, sarà sempre disponibile.
Ma poi serve anche l'idrato di cloralio per dormire.
Ancora bugie, un orecchio che duole solo per lei, un'operazione non necessaria.
Compresse di butalgina.
Baratro senza fine, perdita di peso, occhi vacui, dipendenza.
Non resta che il ricovero, non resta che ricominciare da zero con Victor.
Ma la mente chiama, solerte. Di nuovo le bugie, di nuovo tutto. Ma questa volta c'è lui che la ama davvero.
Il tunnel sarà inondato di luce? Per sempre?
Ritrovo lo stile narrativo magnetico del quale mi sono innamorata la prima volta in un epilogo davvero inaspettato.
Un argomento delicato trattato con maestria, mostra la vera medaglia della tossic*mania.
Le bugie assurde dette, le figure importanti nella vita che non sono nulla in confronto alla sete di medicinali.
Sono rimasta attonita ma anche totalmente coinvolta durante la lettura.
Lo consiglio? Si ovviamente, recuperate tutta la trilogia. Non ve ne pentirete.
A te che cercasti riparo presso una
Che è troppo debole e troppo s'affanna,
Canterello una ninnananna tra notte e giorno...
amo i capitoli finali che colpiscono, spesso stravolgendo la storia. Deve essere però una cosa ben costruita
RispondiEliminaQuando alla fine della lettura rimani a bocca aperta, allora è davvero un bel libro
RispondiEliminaHo sempre una certa difficoltà a leggere libri che trattano di dipendenze perché ho lavorato per 8 anni nel settore e avendo visto davvero moltissime situazioni, nei libri poi evado dall'argomento
RispondiEliminaQuesto libro mi conferma sempre di più che il binomio artista/dissolutezza vanno spesso a braccetto
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