28 racconti (più uno) come 28 (più una) sono le lettere dell’alfabeto arabo. 29 storie crude e nostalgiche ambientate in mondi lontani nel tempo e nello spazio (che l’autore non conosce e sui quali fantastica) e in mondi vicini e contemporanei (che l’autore forse conosce ancora meno). 29 storie in cui il mondo “occidentale” da una parte e quello arabo, turco-persiano, indiano, indocinese, cinese, giapponese e mesoamericano dall’altra non sono che un artificio per sottolineare 29 volte di più che le persone sono misere ed eccelse, uguali e differenti in ogni era e luogo. 29 storie in cui la morte, il ricordo malinconico e una sorta di giustizia (o ingiustizia) trascendente sono elementi imprescindibili di una narrazione a volte assurda, nella quale gli aspetti fantastici e quelli realistici convivono spesso tragicamente.
Milano, giorni nostri. In un mondo in cui la Germania ha vinto la Seconda guerra mondiale e riscritto la storia, la vita di Aurelia Marisol Cordova, rampolla di una tra le famiglie più in uenti dell’Asse, sta per cambiare. Partita per l’università di Nova Città Studi per diventare una campionessa di tiro al volo, la giovane si ritrova alle prese con una realtà tumultuosa: una serie di attentati a nome della Resistenza promette aria di guerra e la cattiveria indiscriminata di alcuni propri compagni verso gli studenti extra-assiali e ariani rende fragili gli ideali di superiorità donati dall’educazione del Duce. È inevitabile chiedersi, in un sistema che sembra premiare la scelleratezza, dove sia la giustizia e cosa è possibile fare perché trionfi.
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