Una storia che si snoda a partire da novembre del 1918 fino all'agosto del 1945.
Una storia che parla di lei, Dora e di come, ancor prima di nascere, la sua fosse già una vita difficile, una vita che però le riserverà anche un po' di fortuna.
Ci troviamo a Mantova e, in un giorno qualunque, vengono al mondo due bambine: Irene, a palazzo Cavriani e Dora, in una stanza umida e fatiscente ove la madre troverà anche la m*orte.
Regina, la nonna, è tutto fuorché amorosa. Una vecchia scontrosa, fredda e senza un briciolo di amore e compassione per quella piccola vita che si ritrova tra le mani.
La porterà da Luisa, grande amica della madre Margherita, con il presupposto di tenerla qualche mese.
Passano però due anni e mezzo, Luisa e la sua famiglia partono per Napoli, Dora non può andare con loro ed è costretta a tornare da Regina.
Una donna che sfamerà sempre sé stessa per prima, che quando il cibo non sarà sufficiente, la lascerà a digiuno. Una donna che ogni domenica la porta nei gradini della chiesa a chiedere l'elemosina, sporca, emaciata, sempre più magra.
Proprio qui avrà il primo incontro con Irene che, bambina compassionevole, vuole donarle una moneta. La madre invece guarda Dora con assoluto disprezzo...una poveraccia sporca non deve stare troppo vicina alla gente che conta.
Nel 1925 Dora, che è ancora una bimba, inizia a lavorare per i Benedini, una famiglia di commercianti arricchiti ove Gioachino Benedini dimostra fin da subito la sua gentilezza verso quella piccola creatura.
Dora finalmente riesce a mangiare ogni giorno, quando non è a servizio difatti rimarrà sempre a digiuno anche se i soldi che guadagna vanno tutti a Regina.
Finché una notte, una notte Dora di appena 9 anni decide che non ce la fa più a sopportare le botte, gli insulti di quella nonna crudele e si dà alla fuga...una fuga che le costerà quasi la vita, una fuga che la vedrà svenire stremata nella neve nel giardino dei Benedini.
Ma la fortuna sta per bussare alla sua porta.
La bimba starà con noi e non farà la sguattera di certo, non ha nessuno al mondo.
Anche se Agata, la moglie, è contraria (come se non si ricordasse più da dove viene) la piccola cambierà totalmente vita.
Una bimba che diventa ogni giorno più bella, una bimba che parla poco e che avrà la testa per imparare tanto anche a mantenere il suo posto come le ricorda sempre la signorina Maria che la prenderà molto a cuore, come del resto la cuoca Rosa, il marito Nevio ma anche le due figlie della coppia, Pia ed Adele.
La vita continua a scorrere, tra un susseguirsi di vicende personali ma anche di storia italiana.
Come ad esempio quel 22 maggio 1925 con la visita del re Vittorio Emanuele III o il 21 aprile 1927 con l'inaugurazione della statua di Virgilio.
Le bambine si fanno ormai ragazze, Dora ha una bellezza assai rara, degli occhi azzurri che incantano ogni uomo e donna invidiosa.
Dora che comincia a sognare, a sognare un futuro non come dama di compagnia ma come gran signora anche se il sogno lo tiene sempre per sé e rimane la ragazza pacata e gentile di sempre.
Un destino nuovo è alle porte, in un posto che rende felici.
Una conoscenza, quella di Eugenio Arrivabene.
Una proposta, un anello al dito.
Una vita come l'ha sempre sognata, l'amore è irrilevante.
C'è chi la guarderà sempre con disprezzo però, ricordandole costantemente il suo passato, quello ove lei era solo Vienna (soprannominata in tal modo per il suo aspetto sudicio che ricorda i profughi austriaci).
Ma in fin dei conti lei ha tutto...un marito buono, una bella casa, dei bei vestiti, i gioielli, un'amica cara, un nipotino...ed un marito che rispetta il suo non volere figli per qualche anno.
Ma la vera felicità? L'amore?
Un evento tragico poi segnerà la famiglia come non mai, porterà alcuni allo stremo, altri continueranno imperterriti a vivere di vizi e senza rispetto, come il cognato Ercole.
Ma arriva anche la primavera del 1938, comincia a tirare una brutta aria.
È una parola sola di sei lettere: guerra.
Tutto cambia, l'Italia cambia, la vita cambia, Dora cambia.
È nella sofferenza più grande, appare un ufficiale tedesco, Alexander Elsener.
Ma è un cielo sbagliato sotto cui essere felici.
Il libro si chiuderà con la liberazione, con una vita che va avanti, con una donna...
Un romanzo di formazione davvero bello, pieno. Narrato con estrema disinvoltura, con una tristezza iniziale che ti inebria.
Una protagonista per la quale proverai estrema pena inizialmente, poi a tratti la troverai forse anche troppo arrivista.
Ma in fin dei conti è solo una donna che ha sempre vissuto nella paura di tornare alla sua miseria, una donna che camminerà per la vita sul filo del rasoio.
Una donna che a tratti risulterà anche immatura e poco propensa alle sue responsabilità.
Una lettura che mi rimarrà nel cuore per molto tempo, lo so.
Sia per lei Dora, sia per la storia che la circonda. Un periodo narrato importante, difficile, caotico, che sa di m*orte e poco altro.
Un libro da non perdere, questo è certo.
Ho apprezzato davvero molto la cura al dettaglio storico, anche a livello gastronomico e medicinale.
Purtroppo non è molto il mio genere, ma la storia sembra molto bella. Grazie per avercene parlato.
RispondiEliminaSicuramente lo terrò a mente come lettura futura. Un libro che entra dentro vale la pena di leggerlo!
RispondiEliminaL'ambientazione storica sicuramente ha un suo fascino. Apprezzo le storie ambientate durante le grandi guerree
RispondiEliminaHo adorato "Fai piano quando torni" e credo proprio che non mi lascerò sfuggire questo!
RispondiEliminaBellissima la foto!
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