mercoledì 17 novembre 2021

BLOG TOUR SORPRESA EXTRA : RITO DI PASSAGGIO, Alessio Pizzicannella

L'INTERVISTA






SCHEDA TECNICA:

Titolo: Rito di passaggio
Autore: Alessio Pizzicannella
Data di pubblicazione: 23 settembre 2011
Ce: Baldini + Castoldi 
Prezzo: ebook 9,99 euro/cartaceo 16 euro
Disponibilità: Amazon clicca qui





TRAMA:



È l’estate del 1984 e il protagonista, un ragazzo di dodici anni, sua sorella poco più grande e il suo migliore amico, sono ospiti di un orfanotrofio gestito da suore. 
Le “invisibili” come le chiamano loro.
I tre amici si ritrovano presto a far amicizia con un nuovo arrivato dell’orfanotrofio. 
Un coetaneo che si rifiuta di svelare il suo vero nome, fornendo come unica spiegazione il fatto che quello di battesimo gli era stato dato da chi poi, di fatto, lo aveva abbandonato senza farsi troppi problemi. 
Curiosità e sospetto per il ragazzino scombussolano i loro rapporti. 
Difficoltà facilmente sormontabili per un gruppo di dodicenni, che presto legano al punto di voler seguire l’esempio dell’ultima recluta, scegliendosi anche loro dei nuovi nomi.                                                                                                
Tutt’altro tipo di ostacolo da affrontare è quello che gli si presenta da lì a poco. I ragazzi scoprono infatti che uno di loro sarà adottato e posti davanti all’inevitabile separazione per mano degli “invisibili”, decidono di vivere un’ultima avventura insieme.                                                                                                                                              
Fuggono dall’orfanotrofio trovando nascondiglio in montagna dove i primi giorni sono vissuti con un misto di timore ed entusiasmo, poi, a mano a mano che salgono verso le cime, avvertono il senso della loro avventura farsi sempre più sfuggente. 
Non staranno cercando di compiere un’impresa troppo grande? 
Sotto stress e ispirati dal libro di fantascienza da cui uno dei ragazzi è ossessionato, pianificano una nuova fuga, questa volta cercando rifugio in un loro fantastico rito di passaggio, prima di dover affrontare in modo definitivo quello che li aspetta a valle.
Le ombre delle decisioni di ciascuno si allungano fino al loro futuro di adulti. 

Un romanzo poetico e avventuroso, che racconta una vicenda universale: il momento nella vita di ognuno di noi in cui non si è più bambini ma non si è ancora adulti e ogni scelta può essere quella decisiva.






INFORMAZIONI BIOGRAFICHE :

L'autore si racconta: 

Nel 1993 la musica, all’epoca la mia più grande passione, mi portò a trasferirmi in Inghilterra dove mi ritrovai in pieno fenomeno Britpop.
Un periodo incredibile, nel quale la musica prese per mano l’intera scena culturale e politica del paese, riportano Londra ad assaporare la gloria e lo swinging degli anni 60, in quella che veniva definita Cool Britannia. 
Per una volta ero al posto giusto, al momento giusto, e volevo farne parte. 
Così uscii di casa per vendere il mio basso a un negozio in Denmark Street, l’epicentro della scena musicale degli anni 60, e con il misero ricavo andai poco più in là, ad una parallela dove c’erano i negozi di macchine fotografiche. 
Iniziai a fotografare qualsiasi concerto riuscissi a farmi accreditare, mi iscrissi ad uno corso di fotografia alla Central St Martin, la scuola d’arte citata dai Pulp, e una volta messe insieme abbastanza foto bussai alla porta del NME. La rivista musicale più importante in Inghilterra e in quel momento nel mondo. La redazione che inventò di sana pianta la battaglia delle charts tra Oasis e Blur, il centro nevralgico di quella nuova scena musicale. 
Ancora una volta, il posto giusto al momento giusto, mi fu data una chance ed entrai dalla porta principale del Britpop.
Venni immediatamente risucchiato da quel vortice e passai gli anni che seguirono a girare il mondo per ritrarre autori del calibro di Neil Young, Rolling Stones, Metallica, REM, Radiohead, U2. 
Iniziarono subito le collaborazioni con le principali case discografiche e con i più noti magazine Inglesi e internazionali («Vanity Fair», «Rolling Stone», «Times», «The Guardian», «The Observer»). 
La mia frequentazione al corso di fotografia, appena iniziato, non arrivò oltre il Natale. L’NME era un settimanale e generava tantissimo lavoro, non c’era tempo da perdere e dovetti imparare tutto molto velocemente sul campo. 
Furono anni pieni di aeroporti, hotels, musica, storie incredibili e mille volti, tanti immortalati come icone, molti altri una cornice che spesso non aveva nulla da invidiare al quadro. 
Oggi è tutto in un enorme serbatoio, storie, persone e racconti che ogni tanto tornano in superficie, nei momenti più inaspettati, suggerendomi idee creative, metodo e vere e proprie scelte di vita. 
Nel tempo libero mi rifugiavo nell’altra mia grande passione, le sale buie di un cinema. 
Continuai a fare tantissima musica, ma la mia fotografia iniziò ad espandersi nello sport, televisione, letteratura e cinema.
Nel 2012, mi trasferii a Locarno e fui immediatamente assorbito dal Festival del Cinema. Dopo anni passati su e giù da un aereo, i mostri sacri del cinema, una volta l’anno, volavano fin sotto casa. 
La mia passione per la fotografia musicale si affievolì lasciando spazio a una sempre più pressante passione per il cinema.
Avevo attraversato la scena musicale anni 90 inglese a quella Italiana degli anni 2000, le cose stavano cambiando, come sempre accade, e io non mi sentivo più a mio agio in quel mondo, avevo voglia di imparare cose nuove. 
Il festival di Locarno fu l’occasione perfetta, mi permise una transizione graduale dalla fotografia al cinema, di scrivere e girare un mio cortometraggio che si rivelò la mia scuola di cinema. Così come accadde anni prima a Londra, di nuovo, un corso intensivo sul campo.
Le immagini e la regia mi soddisfacevano, ma la scrittura era improvvisata, come poteva non esserlo. 
Decisi di dedicarmi alla scrittura prima di girare qualsiasi altra cosa.
Non feci altro per anni, una mia sceneggiatura si fece notare al Sundance e all’Austin festival incoraggiandomi a continuare a scrivere e ad avventurarmi oltre le sceneggiature, nella letteratura. 
Sette anni dopo esco finalmente da questo esercizio solitario e mi riaffaccio con un’opera prima cinematografica e il mio romanzo d’esordio.



MA VENIAMO A NOI:

Ho avuto l'onore di poter porre le mie domande all'autore ed ecco a voi il risultato...


1) Parto come sempre da una domanda che è d'obbligo...Cosa l'ha spinta ad iniziare a scrivere?Quando ha iniziato a farlo?

Circa sette anni fa iniziai a scrivere sceneggiature, prima per un corto e poi per dei lungometraggi, uno dei quali, Dawn Chorus, che uscirà nel 2022.

Il romanzo è arrivato in modo naturale, senza troppa premeditazione, a un certo punto ho voluto provare a scrivere qualcosa che non prevedesse passaggi successevi come avviene con il cinema e che fosse fine a se stessa.

2) Il suo testo "rito di passaggio" parla proprio di cambiamento e di come si procede verso l'età adulta. Cosa l'ha spinta a scegliere questa tematica?

Inizialmente pensavo fosse per provare a scrivere qualcosa che i miei figli potessero leggere. Con il senno di poi, forse un po’ come la storia che racconto, ho voluto mettermi alla prova e passare per una strettoia anche io misurandomi con la letteratura. Territorio sconosciuto per me considerato che non prevede il supporto di immagini fotografiche.

3) Nel libro conosciamo 4 ragazzi. Si ispirano a persone reali o magari a Lei medesimo?

I luoghi geografici si ispirano a posti che conosco bene ma i personaggi sono un minestrone di tratti caratteriali veri e inventati. Alcuni li riconosco.

4) Ho trovato molto particolare ed ingegnosa la scelta di non attribuire ai personaggi dei veri e propri nomi. Ce ne parli un po' più approfonditamente.

La loro è una vera e propria ricerca identitaria che parte dal nome. Anzi dal rifiuto dei nomi che gli furono dati dagli adulti che poi li hanno abbandonati in un orfanotrofio. Non a caso i ragazzi non partono per la loro avventura prima di aver trovato dei nuovi nomi con i quali definirsi.

5) In che genere letterario si sente più a suo agio in scrittura e perché?

Rito di Passaggio non solo è il mio primo romanzo pubblicato, è anche il primo che scrivo. Non precluderei nessun percorso in questo momento. Diciamo che tra scrivere questo romanzo e girare il mio primo film mi sono fatto un’idea della mia cifra stilistica. Il racconto intriso di poesia è un territorio in cui mi sento a mio agio.

6) Sta lavorando già ad un nuovo titolo?

Sì, ho la storia già mappata, sto cercando il ritmo di lavoro giusto per completare la prima stesura. Il working title è Norden.

7) Da invece lettore, cosa ama particolarmente leggere?

Sono onnivoro, faccio fatica a segnalare un genere in particolare. Di certo torno spesso a visitare Malcom Lowry.

8) Ha qualche scrittore dal quale trae ispirazione?

Continuo a rileggere Lowry nella speranza che mi passi qualcosa per osmosi, ma è pura illusione. La musica e il percorso di alcuni artisti più audaci continua a essere un faro che tento di seguire.

9) Che messaggio vuole passare col suo testo ai lettori?

Non penso di avere un messaggio quando scrivo. E’ sempre un esercizio utile a me per scavare, capire e intrattenere me stesso. Non è nella mia indole passare messaggi o insegnare. Così come non è nel mio stile imboccare la storia al lettore. Almeno spero.

10) Cosa vorrebbe rimanesse impresso di "rito di passaggio”?

Come dicevo poco sopra, non c’è premeditazione. Scrivo molto velocemente e solo dopo inizio a capire perché ho scritto quella storia e quale significato possa avere per me. Sono molto curioso invece di sentire le varie reazioni che provoca nel lettore. Senza né confermare né smentire mi intriga molto ascoltarle. Spesso sono quei feedback a svelarmi aspetti della storia e di me stesso che altrimenti ignoro. Una sorta di analisi gratuita da parte di perfetti sconosciuti.

            













Se acquisterete la vostra copia dal link in scheda tecnica, mi aiuterete con una piccola percentuale. Le vostre condizioni di acquisto non subiranno alcuna modifica, grazie ❤️





Grazie a Matilde Bella per avermi nuovamente coinvolto e ancora grazie all'autore per la disponibilità dimostratami.








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5 commenti:

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