lunedì 3 giugno 2024

LE FARFALLE DI SARAJEVO, Priscilla Morris

BADARE PER UN PO' AI PROPRI BISOGNI È UNA FORMA DI FELICITÀ

 
SCHEDA TECNICA:

Titolo: Le farfalle di Sarajevo 
Autore: Priscilla Morris
Data di pubblicazione: 17 ottobre 2023
Ce: Neri Pozza 
Costo: ebook 9,99 euro/cartaceo 17,10 euro
Disponibilità: Amazon clicca qui
Valutazione personale: 💥💥💥💥💥/5




TRAMA:

Sarajevo, 1992. Ogni notte bande di ultranazionalisti con la faccia coperta da calze nere trascinano in strada i mobili presi dalle case abbandonate ed erigono barricate che tagliano la città in enclave etniche. Ogni mattina, gli abitanti – musulmani, croati, serbi – rimuovono quelle barriere e affrontano la giornata fingendo di non vedere ciò che si addensa all’orizzonte. Tuttavia, inevitabilmente, arriva il giorno in cui la tragedia che incombe sulla città non può più essere ignorata, e Zora Kočović, pittrice e insegnante, decide che è giunto il momento di mandare suo marito e l’anziana madre fuori dal paese, al sicuro. Lei, invece, non lascerà Sarajevo, il suo studio sotto i tetti della Vijećnica, i ragazzi che si aggrappano ai suoi corsi di arte come all’ultimo brandello di normalità, i suoi quadri che raffigurano i tanti ponti, simbolo della città della convivenza. Le ostilità non potranno durare più di qualche settimana, la tempesta passerà. Ma la tempesta non passa e l’assedio chiude Sarajevo in una morsa. I suoi abitanti rimangono senza comunicazioni, senza luce, senz’acqua, senza medicine: dalle colline attorno la città viene bombardata, spazzata dai cecchini, martoriata. Muoiono a migliaia; le lapidi, bianche, sottili, riempiono ogni angolo, prato, cortile. Spariscono giorno dopo giorno gli alberi e gli uccelli. Nel palazzo squarciato dalle esplosioni in cui Zora vive ormai sola, si è formata una vera e propria comunità di fratelli e sorelle d’anima che si appoggiano gli uni agli altri, affrontano insieme il loro mondo che si sta disintegrando, si reinventano di nuovo e poi ancora, nel tentativo di non perdere la propria umanità. Tutto ciò che Zora e i suoi amici hanno di più caro viene distrutto, esposto allo scempio dalla crescente violenza degli assalitori: al posto delle rondini nel cielo di Sarajevo volteggia la cenere, uno sciame di farfalle nere. Eppure, dopo che si è perso tutto, lì, può esserci ancora straordinaria bellezza.









COSA NE PENSO? 

Siamo a Sarajevo, la guerra è alle porte ma ancora non ci si vuole credere per davvero, almeno Zora Kocovic non vuole. 55 anni, un marito Franjo, una figlia Dubravka in Inghilterra con la sua famiglia, un grande amore per l'arte e soprattutto la pittura.

Ma poi il conflitto diventa la realtà più tangibile. Serve scappare, tenersi al sicuro...l'anziana madre di Zora poi, è anche malata. Bisogna andare in Inghilterra da Dubravka.

Ma se Zora rimanesse a Sarajevo sola?

L'inizio sembra quasi un gioco divertente...senza orari, regole e solo se stessa a cui badare.

Ma poi arrivano gli spari, le bombe.
Ma poi staccano la linea telefonica.
Ma poi tolgono la corrente ed il cibo congelato da usare come riserva di più di un mese, va a farsi benedire.
Poi è la volta dell'acqua.
Infine giunge anche il freddo, e la solitudine, e la paura, e la frustrazione.

Zora vive sentimenti contrastanti. Inizialmente sembra cieca riguardo al conflitto, poi subentra la paura, ma anche la rabbia per quel marito lontano, la rabbia contro quei cecchini dai quali sperare di non essere presi di mira.

Ma è in queste situazioni che la grinta, la volontà d'animo, l'amore o l'affetto, escono prepotentemente per riempire giornate vuote, buie, che portano e parlano solo di m*rte e fumo.

È così che i rimasti si siedono vicini per scaldarsi attorno ad una piccola stufa, è così che dividono l'unico pasto caldo della giornata, è così che ascoltano storie popolari per non sentire la pancia in subbuglio o le articolazioni congelate o ancora la puzza.

Si purtroppo, pure quella.
Zora si sente umiliata in quella sporcizia ma arriva ad accettarla e a non badarci più essendo tutti nella stessa situazione.

La lontananza dalla famiglia le peserà molto finché non troverà appoggio da chi è ancora lì.

Lettere scritte e mai potute spedire, abbracci nella notte, una piccola fiamma da alimentare, cinture per non annegare nelle vesti ed infine, un corpo senza vita così caro a lei e a tutti... insopportabile.

Ma essere deboli e senza risorse può anche avvicinare due persone che non sono mai state così. Può l'amore curare ferite e portare sollievo o luce?

Ogni forma d'amore lo può sicuramente fare.


È difficile parlare di questo testo per la sua intensità, per il dolore intriso nelle pagine, per quelle parole scritte che fanno piangere per quanto vere, reali e sempre attuali risultano.

Una guerra, la disperazione, un popolo che vogliono dividere, una sopravvivenza perché la vita non si sa più cosa sia.

Un libro che fa sicuramente riffletere, pensare a tutto ciò che hai e a ciò che ti lamenti di non avere.

Zora, una protagonista forte, coraggiosa, stoica, vera, emozionante.

Un materasso in cucina, un fornello improvvisato, cibo che non si trova, baratti di tutto ciò che contava di più solo per tirare avanti un giorno in più.

Ed in tutto questo, Zora si perde nei suoi dipinti, con il pennello in mano e quei colori vividi.
Le ore passano così velocemente, fintanto che la guerra farà ancora il suo corso...ma basta reinvarsi no? 
Arte = salvezza, almeno quella mentale.

Uno stile narrativo crudo, essenziale, scorrevole ed adatto al contesto narrato.
I fronzoli qua non servono, le minuzie nemmeno.

Inteso e profondo.
Indimenticabile.

Un consiglio? Non posso dire più di così. 
Per capirlo, abbracciarlo, viverlo, bisogna leggerlo.


































I MIEI PRO

Un testo di una profondità disarmante.

I MIEI CONTRO

Non ne ho da segnalare.







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Grazie a Giulia per la copia ❣️














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