COSA NE PENSO?
Scrivere di un libro così è sempre difficile, raccontarlo a parole ti fa sentire banale, inadatto.
È una storia, una storia che è tutto: paura, amore, tristezza, crollo, soggezione, realtà, finzione, invisibilità.
È un racconto simultaneo di un adulto e di un ragazzino. Un adulto che ha scritto un libro "che razza di libro!", un adulto che si nasconde, fugge, si perde nell'alcool e nella distorsione di una realtà che lo spaventa.
Un adulto che capisce di essere nero, probabilmente l'ha sempre saputo ma la sua mente in qualche modo l'aveva resettato.
Un adulto che gira il paese per promuovere il suo libro, che vede persone, volti, occhi che lo fissano. Persone che sono lì per lui, per ciò che ha scritto...ma è vero ciò che ho letto? Ma di cosa parla il tuo libro?
Fino a Bolton, alla sua città, a quella che ha voluto dimenticare, abbandonare.
Un passato che non ricorda, una casa che non riconosce, persone che credono che lui debba essere il loro portavoce.
IO VI HO SCRITTI.
Quel ragazzino che aveva un importante compito nella vita, quello di diventare invisibile, di non essere scorto, di essere al sicuro.
Quei genitori che non volevano altro per lui, con la pelle così nera, più di chiunque altro.
Un compito difficile.
Soprattutto per ciò che accade poi, quel padre che lascia la vita davanti a casa, davanti a lui.
Quel padre che torna e gli parla.
Quel suo vedere cose, tante cose, non reali, mondi interi paralleli di finzione e fantasia che si sormontano inesorabilmente.
Quel ragazzino che arriverà all'adulto.
Ti sto solo immaginando, non sei reale.
Io sono reale, sono solo Invisibile altri altri.
Dalla prima apparizione, egli tornerà sempre e sempre più spesso da quell'adulto che immagina ogni giorno di più e vive ogni giorno di meno.
Ma ogni momento porterà alla catarsi, alla crisi, alla visione di troppa realtà assieme.
Ad un passato sepolto, ad una verità che fa troppo male.
Mamma, papà, mani in alto, nero, così nero, Nerofumo, libro, spari, fori al petto, Kelly, Kelli, Kellie.
Un grido alla cupa realtà del razzismo radicato negli animi anche di chi l'ha vissuto diversamente, anche di chi ne ha solo paura.
Una però affermazione cruda e vera su ciò che ancora il mondo emana.
E forse rifugiarsi nella fantasia è ciò che lenisce anime tormentate come queste, l'adulto e il ragazzino.
Una scrittura elegante ma leggera, irriverente e a tratti divertente usata qui per parlare di un tema intimo, importante e profondo.
Un libro che si legge, si studia, si coglie e si analizza.
Un libro da portare dentro.
Non lo conoscevo, grazie per avercelo presentato. Fanno sempre piacere i tuoi consigli.
RispondiEliminaNon conoscevo questo libro. Apprezzo la tua segnalazione, potrebbe servirmi in futuro.
RispondiEliminaTemi delicati come il razzismo non sono facili da trattare, soprattutto evitando di risultare noiosi e pesanti. Colgo con piacere il tuo consiglio di lettura.
RispondiEliminaSicuramente un romanzo originale che parla di tematiche importanti con uno stile completamente nuovo
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