COSA NE PENSO?
Durante la seconda guerra mondiale sappiamo bene ciò che è accaduto, come l'umanità sia caduta in basso.
Abbiamo visto come essere ebrei fosse una colpa.
Andrea Albisetti era capostazione di Tradate, il lavoro che aveva sognato per tutta la vita.
Ogni giorno vedeva ed osservava una mole di persone viaggiare verso Milano, vedeva anche chi cercava di fuggire dalla grande città per trovare rifugio.
Aiutarli era naturale per lui, in fondo Andrea Albisetti era fatto così.
La posta passava tutta di lì e, guardandoci bene, si potevano intercettare anche ordini di arresto e rallentarli per permettere la fuga a quelle povere persone innocenti.
Così salva per esempio Oscar Sternfeld.
Ma conosce anche luoghi sicuri in Tradate e riesce a guidare al riparo la famiglia Diena.
Anche i Levy avevano raggiunto quello che sembrava un rifugio ma, purtroppo, per loro la storia andò diversamente.
Un piccolo racconto che è omaggio a questo capostazione che non raccontò mai in prima persona ciò che fece ma, fortunatamente, la sua storia è giunta comunque a noi tramite le persone aiutate.
Solitamente gli eroi sono silenti.
Alla fine troveremo un epilogo che darà ulteriori dettagli su ciò che è veridicità e su ciò che è stato aggiunto ai fini narrativi.
Solo una cosa mi ha un po' lasciato l'amaro in bocca...l'ho trovato anche troppo breve.
Una storia così merita di essere narrata ma probabilmente, ripetersi in date e contenuti era superfluo e si è preferito raccontare i fatti nudi e crudi di interesse primario.
Andrea Albisetti era un uomo buono e coraggioso, questo lo possiamo dire per certo e aveva delle persone che lo erano altrettanto intorno come il piccolo Giannetto che in più di un'occasione aiuta la prodezza del capostazione.
Non dimentichiamo la moglie Wanda che l'ha sostenuto in ogni suo gesto, anche quando si è trattato di ospitare sconosciuti per la notte.
Troveremo anche Giallo, un cane randagio affezionato al nostro eroe...peccato non sia esistito veramente o magari semplicemente, il suo ricordo non è giunto fino a noi.
Lo stesso Albisetti vedrà i due figli maschi prendere quel treno che tanto lui amava, ma solo uno dei due farà ritorno.
Una guerra che ha tolto tanto, lasciato un vuoto, una guerra che è terrore, genocidio.
Una guerra che ha segnato nel profondo ma a volte sembra che lo dimentichiamo.
La guerra non ci rende più forti, ci rende solo più soli e deboli.
Quelle storie che vanno raccontate e soprattutto non dimenticate
RispondiEliminaLetture come queste sono ciò che apprezzo di più.
RispondiEliminaMi piace moltissimo questa storia, sono proprio queste le cose che mi danno fiducia nell'umanità!
RispondiEliminaSembra un libro bello e carico di memorie💝
RispondiEliminaQuesto è di sicuro un libro da leggere. Grazie per la segnalazione.
RispondiElimina@lemille_e_unapagina