COSA NE PENSO?
Siamo agli albori del 1937, momento in cui dilaga la guerra civile spagnola e appare all'orizzonte la convinzione sempre più reale di un secondo conflitto mondiale.
Siamo a Maiorca, un piccolo angolo di fantasia ed estraneità, siamo con Titita e con i suoi ricordi.
Un'infanzia che viene raccontata, narrata a cavallo continuo tra realtà ed immaginazione attraverso episodi di crescita, momenti di gioco e dilemmi dell'anima che vanno a delineare ciò che sarà l'io adulto.
Tra i mille travestimenti con il fratello Carlito, tra i ricevimenti di mamita, tra la dolcezza burbera della balia Dida e tra i piccoli momenti di spensieratezza con papito scopriremo, di capitolo in capitolo, nuove parti, nuovi pezzi di vissuto, di mondo.
Gli occhi di Titita ci mostreranno come una persona può trasformarsi in animale, come un fiore possa evocare un'infinita gamma di domande, come un rumore possa trasmettere ricordi più o meno piacevoli.
Interessanti i continui parallelismi e metafore di vita, la visione di fanciullezza in questioni "adulte".
Ho trovato emblematico il momento di definizione dei regali ricevuti da papito ove ogni più piccolo oggetto nasconde grandi turbe, gioie o componimenti grotteschi.
Vivremo anche tra i racconti della nonna napoletana e del suo vissuto di guerra più brutale e centrale.
Difatti Maiorca sembra attraversata solo a tratti dal conflitto. Ogni tanto un aereo amico vuole spaventare le povere bimbe nei campi ma nulla di più.
Al contrario Napoli vive le sirene, i bombardamenti, le macerie ma sempre con un tocco delicato che possa essere assimilato da una natura così giovane, anche se, badate bene, niente finzioni o distorcimenti di realtà.
Scopriremo poi l'esistenza di molte donne "traviate" che Titita interpreterà con la sua genuina fanciullezza.
Un testo profondo e molto esplorativo non adatto ad ogni lettore e da non leggere con frivolezza.
Un testo a tratti quasi troppo descrittivo e peculiare se vogliamo, un testo che appare più fluido a mano a mano che si entra in contatto con l'io profondo della scrittrice.
Ho trovato maggiore armonia dai racconti del collegio in avanti se devo essere sincera, prima a momenti, ho faticato con la gestione emozionale, temporale e stilistica.
Una lettura che ho assaporato sentendomi quasi sopraffatta e in difficoltà alle volte.
Lo consiglio?
Certo, penso sia uno scritto di grande simbologia e creatività che andrebbe comunque letto e gustato con calma, con la lentezza necessaria.
Non so se lo leggerei, a me piacciono i libri dinamici, dove le azioni superano le descrizioni...
RispondiEliminaUna storia bella ma intensa, sicuramente come consigli tu, è un libro che va letto e gustato!
RispondiEliminaNon credo di essere portata per letture come queste, soprattutto se si ricorre a simbolismi.
RispondiEliminaA me ispira molto questo libro. Devo solo trovare il tempo...
RispondiElimina@lemille_e_unapagina
Il contesto spagnolo lo conosco poco. Sarebbe unteressante una lettura come questa ambientata proprio lì, in anni così difficili
RispondiEliminaNon é per me...
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