domenica 2 maggio 2021

BLOG TOUR : LA SMEMORATA DEI PARIOLI E ALTRI RACCONTI, Stefano Brusadelli

TERZA TAPPA, I PERSONAGGI PRINCIPALI 



SCHEDA TECNICA:

Titolo: La smemorata dei Parioli e altri racconti 
Autore: Stefano Brusadelli
Data di pubblicazione: 15 aprile 2021
Ce: Palombi editori
Costo: cartaceo 13,30 euro 
Disponibilità: Amazon clicca qui



Per conoscere al meglio il testo partiamo dalla trama. 

TRAMA:





Dame più furbe di coloro che vorrebbero circuirle. Preti che barattano segreti di confessione con pranzi prelibati. Carriere ministeriali andate in fumo per colpa di una cravatta. Buonanime che tornano a parlare ai vivi solo per far staccare sostanziosi assegni a chi non ne ha alcuna voglia.  

Quattordici storie nere per raccontare la lotta per la vita sulla sfondo della “buona società“ di Roma. Un mondo dove la ferocia della lotta per la vita non è diversa da quella della borgata, anche se si manifesta in modo più paludato, meno cruento.

Vicende raccontate con lo stile asciutto di chi non vuole giudicare, ma è consapevole che le miserie degli esseri umani sono le stesse sotto ogni cielo. Sotto quello romano, semmai, hanno solo imparato a mascherarsi meglio.  

Storie sempre amare, anche se in alcuni casi capaci di strappare un sorriso, che si svolgono sullo sfondo dei cosiddetti “quartieri borghesi“ della città:  quelli più tradizionali, come Prati, Parioli, Camilluccia, e quelli di nuovo insediamento come Monte Sacro.

Passano in rassegna retroscena privati, dettagli imbarazzanti, piccole malefatte. E’ il “dietro le quinte” di un mondo costantemente assillato da un’esigenza di rispettabilità, e di benessere, in realtà sempre meno reali.  

Sessantasette anni dopo  i Racconti romani di Alberto Moravia, un altro ritratto della borghesia romana; che allora andava compiendo la sua parabola di ascesa, sia dal punto di vista economico che da quello sociale, mentre oggi appare in forte ripiegamento come del resto tutta la città.



I PERSONAGGI PRINCIPALI :

Paolo Dentici, il protagonista de La Smemorata dei Parioli, “è arrivato a Roma da una piccola città sull’Adriatico più con l’intenzione di fuggire dall’oppressione della provincia che con quella di laurearsi“. Col risultato, inevitabile, di ritrovarsi fuori corso, angustiato dalle penurie economiche, con sempre nuove ambizioni e sempre meno scrupoli. 
Si affida ormai solo al caso, è un animale predatore, vive in una zona grigia. Si getta a capofitto nella relazione con una vedova benestante, ma solo perché ritiene che tale relazione gli consenta “di affinare gli usi di mondo, collaudandolo per future imprese che già pregustava e che avrebbe voluto collocare in quello stesso ambiente della buona borghesia dei Parioli che andava piacendogli sempre di più“. 


Una tipica debolezza di molti uomini di Chiesa è la vanità. Abituati a essere oggetto di reverenza, a vedere il prossimo pendere dalle proprie labbra, talvolta – come i militari - mal si adattano alla pensione. C’è chi, come Don Salvatore, parroco di un quartiere borghese, protagonista de Il segreto del prete, vuole continuare a esercitare il suo carisma (e a soddisfare lo stomaco), conducendo un gioco sottile (“dico, non non dico”) con segreti di confessionale. E lo fa facendosi invitare a cena dalle pie donne della parrocchia. 
“Seduto in mezzo a loro, Don Salvatore è in paradiso, con la tonaca impataccata e la faccia da contadino satollo, le mani grasse che non la smettono un attimo di trafficare tra coltelli, forchette, cucchiai, pane e bicchieri e la calata siciliana che neppure quarantatré anni passati a Roma sono bastati ad annacquare“. 


Anche il professor Alessandro Cicala, ortopedico ricco e affermato, pecca di vanità. Per lui, che negli anni della scuola è stato vittima di ogni tipo di sopruso e mortificazione da parte dei compagni di classe, la soddisfazione consiste nell’ostentare la condizione che si è conquistato. Solo per questo decide di partecipare alla cena per il trentennale dell’esame di maturità. Eccolo, quindi, in Ragù alla napoletana, fare il suo ingresso nel locale economico dove si svolge la rimpatriata. 
“Il suo stesso aspetto avrebbe dovuto certificare il nuovo stato, cosicché si era risolto a scegliere un abito gessato in fresco di lana più consono a un matrimonio che a una mangiata in trattoria, e aveva persino deciso di usare il suo fuoristrada di grande cilindrata. Non che non avvertisse l’inopportunità di tali ostentazioni: ma andava solo per raggiungere uno scopo, e tutto ciò che poteva servire al raggiungimento di quello scopo bisognava farlo“. 


Tra i giornalisti, più che altrove, è diffusa la permalosità. Forse per una certa tendenza della categoria a sovrastimarsi. Esemplare di questa inclinazione è Ettore, redattore di un quotidiano romano, protagonista di Permalosità, che per il più futile dei motivi interrompe la sua amicizia con i colleghi Adriano e Fabrizio, volgendola addirittura in un’avversione ai limiti dell’odio. 
Ecco come riduce la sua esistenza. “Seguiva con ossessiva attenzione tutti i movimenti nei giornali, nelle agenzie, nelle televisioni, al solo scopo di poter predisporre con largo anticipo fuochi di sbarramento contro Adriano e Fabrizio. Per ridurre le probabilità di doverli incontrare, prese a disertare tutti gli inviti di comuni conoscenti. Si chiuse nel perimetro di un triangolo i cui lati erano la redazione, la sua casa e il parco adiacente. Iniziò a utilizzare sempre più scopertamente i suoi articoli per mettere in berlina i pezzi degli altri due; il che gli valse prima l’ironia dei colleghi, poi una pubblica reprimenda del direttore.“ 


“Figlia di un tranviere e di una sarta del quartiere Monteverde, la signora Romilda era stata messa incinta a 20 anni e sposata al quinto mese di gravidanza dall’ingegner Giorgio P. appartenente ad una schiatta della borghesia romana tanto ricca di mezzi quanto povera di scrupoli“. 
Dinanzi al (prevedibile) ostracismo della famiglia d’adozione, la signora Romilda risponde con una mutazione. Che, in Lettere dall’aldilà, diventa l’anticamera della vendetta. 
“Dedicatasi all’esoterismo e alla necromanzia, vestita con voluta trasandatezza, i capelli malcurati e raccolti sempre in una coda tenuta con l’elastico, gli occhiali scuri anche col buio, fornì essa stessa alla famiglia del marito i motivi evidenti ed incontrovertibili per tenerla a distanza; compiendo così il capolavoro di far apparire tale esclusione come frutto del timore che incuteva e non più della scarsa considerazione che suscitava“.




Tullio M. appartiene a “quella categoria di esseri umani che crescono con la convinzione di avere il mondo in tasca, e perciò nel duro cammino della vita si concedono tutte le soste e le deviazioni che gli suggerisce il loro capriccio. Con la conseguenza di trovarsi, tra i quaranta e i cinquant’anni, già sperduti nel buio della notte“. 
Con alle spalle un divorzio che lo ha prosciugato economicamente, una figlia da mantenere e un lavoro che giudica mortificante sia dal punto di vista delle mansioni che dello stipendio, cosa può fare il protagonista di Qualcuno su cui contare se non affidarsi (siamo a Roma), alla riconoscenza di un vecchio compagno di classe diventato un politico influente ? Povero Tullio M…


A vederlo, l’uomo intorno alla quale ruota la vicenda de La borsa dello zio Augusto, è uno dei tanti travet che popolano la Roma degli studi professionali. 
“Piccolo di statura, glabro, taciturno, cagionevole di salute, con dei piedi piccolissimi calzati sia d’estate che d’inverno dentro mocassini di pelle nera che li facevano sembrare ancora più piccoli. Maritato con un’infermiera più alta e grossa di lui, reputato da tutti integro e serio, non era però riuscito ad andare al di là di una mansione da impiegato in uno studio legale“. 
Un tale campione del senso del dovere nasconde però una debolezza: essere considerato, dai parenti, come il custode di indicibili segreti. Nascosti, appunto, in una borsa. 









Rimanere sintonizzati perché il blog tour continua, alla scoperta di molto altro. 


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Un grazie a Matilde Bella che mi ha nuovamente coinvolto. 












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12 commenti:

  1. Sempre molto interessante questo blog tour!

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  2. L'ho visto spesso in giro. Diciamo, oche le raccolte devono catturarmi per qualcosa di particolare o di unico

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    1. A me personalmente è piaciuta molto questa raccolta, a breve anche la recensione

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  3. Ho sentito parlare di questo libro è ho apprezzato questa bella rappresentazione tramite un blog tour

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    1. Si è molto utile a conoscere passo per passo ogni aspetto del libro

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  4. Un libro che incuriosisce sempre di più

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    1. Mi ha davvero affascinata la lettura, ne parlerò a breve

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  5. Sono molto incuriosita da questo libro

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    1. Spero che recensione e la sorpresina in serbo te lo faranno poi leggere

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