giovedì 9 ottobre 2025

BLOG TOUR: FACCIO COSE VEDO GENTE, Zeno Maria Pareli

QUARTA TAPPA: LA POESIA DEL LOBBISTA







SCHEDA TECNICA:

Titolo: Faccio cose vedo gente 
Autore: Zeno Maria Pareli 
Data di pubblicazione: 17 gennaio 2025
Ce: Paesi edizioni
Costo: cartaceo 13,30 euro
Disponibilità cartaceoAmazon clicca qui
Genere: ironico dissacratorio con sfondo sociale 
Numero di pagine: 128


TRAMA:


Questa è la storia di Leo ed Enzo, i lobbisti più cazzoni della capitale. La loro vicenda è piccolo, sarcastico, irriverente spaccato sulla società romana: il palazzo, i sottobraccisti, le pressioni dei gruppi di interesse, il sesso e la vita notturna. «Ho voglia di uscire stasera, di svagarmi un po’... passeggiate, sigarette, solito bar, whiskey torbato e mezz’oretta di jazz al club che frequento da anni. Questa sera il maestro WhiteLight alla chitarra sta proponendo un disco di Miles Davis in chiave blues. Nonostante tutto stia filando liscio, al terzo bicchiere di Ardbeg il lavoro riaffiora prepotente nelle sinapsi cerebrali e porta a galla ricordi, emozioni, odori, déjà vu, situazioni passate che mi distraggono e mi cambiano l’umore. È sempre così nel mio dannato settore. Di cosa mi occupo? Sono un avvocato per organizzazioni private, ma non frequento mai i tribunali: il mio ambiente è la politica. Perché? Sono un lobbista. In cosa consiste il mio compito? Faccio cose, vedo gente...»




LA POESIA DEL LOBBISTA

Giornata tipica di lobbying, la commissione Bilancio del Senato va al voto con la manovra di bilancio. C’è il solito suk con migliaia di emendamenti presentati e lo sgomitare per le «segnalazioni» (cioè decidere cosa votare) e scovare, nelle pieghe del bilancio pubblico, spazio per risorse da utilizzare. Il Palazzo, sempre più debole di fronte al pressing dei gruppi di interesse si è inventato una nuova pratica, una sòla direbbero a Roma, per tamponare le velleità modificative di aziende, associazioni e enti del terzo settore (eh sì, a volte sono più pressanti persino di confindustria, sembra incredibile ma è così). Non votare tutti gli emendamenti, ma solo quelli segnalati, su cui c’è condivisione col Governo.

Ecco, si tratta di giornate in cui cerchi di «brigare», absit iniura verbis, in modalità sempre rispettose, trasparenti e leali, per sollecitare la segnalazione di un tuo emendamento. 

Tutti i team di lobbying del Paese sono operativi in questa fase che dura pochissimi giorni. Si chatta, si telefona, ci si allea per spingere gli emendamenti utili. Sono quei momenti, chissà perché, in cui si sente anche la necessità di un supporto dall’aldilà, quasi che nostro Signore possa dare un contributo a queste facezie di basso lignaggio. 

Ma alla fine è diventata una consuetudine nel mondo lobbistico: un amen, in fondo, ci sta sempre bene.

Enzo e Leo hanno pure creato una preghiera ad hoc, basata su un caposaldo dell’orazione cristiano cattolica. Una cosa più per ridere, infatti a quello serve. L’hanno stampata e fatta appiccicare su tutte le scrivanie dei colleghi di ufficio.

Ave, o Maria, piena di grazia emendativa, il nostro è con te. Tu sei benedetta in Commissione Bilancio e benedettamente non-ostativo è il frutto del tuo em, oh Gesù ti prego orsù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi lobbisti, adesso e nell’ora della nostra morte, ex 81. Amen.

«L’ex 81» è il male assoluto dell’attività di lobbying in Italia. Si tratta, infatti, dell’articolo 81, comma 3, della Costituzione che prevede infatti che «Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte». In sintesi, se la Commissione Bilancio, specie in Senato, dà un parere di contrarietà ai sensi di questa norma, significa che l’emendamento è tecnicamente scoperto, cioè costa, produce oneri per l’Erario non corrisposti da pari entrate. L’emendamento è quindi encefalogrammamente “morto”.

Per questi motivi l’auspicio per qualunque lobbista è di evitare un ex 81, per continuare a far vivere l’emendamento e arrivare almeno a un voto. 
Si capisce bene quindi il perché l’81 è il 13 di noi lobbisti. 










  













COSA NE PENSO? 

Uno spaccato ironico che però sicuramente dirà molte verità in modo leggero. Da questa tappa possiamo ben cogliere lo stile del romanzo.

Che aspettate? Correte a prendere la vostra copia.





















 













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mercoledì 8 ottobre 2025

BLOG TOUR: LE SARTE DELLA VILLAREY, Elena Pigozzi

TERZA TAPPA: TERZO APPROFONDIMENTO 






SCHEDA TECNICA:

Titolo: Le sarte della Villarey 
Autore: Elena Pigozzi 
Data di pubblicazione: 22 aprile 2025
Ce: Mondadori
Costo: ebook 9,99 euro/cartaceo 17,58 euro
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Genere: narrativa storica
Numero di pagine: 240


TRAMA:


Ancona, 1943. La guerra semina dolore, spezza le famiglie e svuota le case. Lo sa bene Laura, che a diciotto anni è rimasta con il fratello Milo perché la madre è mancata da poco, mentre il padre è a combattere in Grecia e da tempo non dà più notizie. Sarà Alda, vedova forte e generosa che ha cresciuto da sola quattro figlie e che è sarta e factotum alla caserma Villarey, ad aiutare Laura, portandola con sé in caserma perché le dia una mano. E mentre Laura impara il nuovo mestiere, la storia subisce cambi repentini: la caduta del Duce, l'armistizio di Badoglio, l'Italia spaccata in due. Quando il 15 settembre Ancona è occupata dai tedeschi, alla Villarey vengono rinchiusi più di tremila soldati italiani, in attesa di essere deportati in Germania nei campi di lavoro nazisti. Alda però non ci sta ed escogita un piano per l'evasione perfetta. Tratto da un'incredibile quanto straordinaria storia vera, "Le sarte della Villarey" è un'emozionante celebrazione della forza delle donne, un esempio di resilienza e Resistenza che diventa grido di speranza ed esortazione a non rassegnarsi mai al buio del mondo.








APPROFONDIMENTO

Uno dei tratti fondamentali del romanzo è la sua ricostruzione storica rigorosa, necessaria per far emergere la figura di Alda e delle altre anconetane nella loro verità storica restituendo alla loro vicenda quell’eroismo e quel valore che un elemento d’invenzione avrebbe sminuito. Il risultato è che le figure realmente esistite spiccano per la loro umanità e si impastano con naturalezza ad alcuni personaggi d’invenzione (Milo, Laura, Pietro), in un contesto storico preciso, non “ispirato a fatti realmente accaduti” e poi adattati a quello che Manzoni definiva come “romanzesco”.



  
















COSA NE PENSO? 

Questo libro, già dalla trama, mi aveva colpito...questo blog tour può solo alimentare la mia voglia di leggerlo.

Che aspettate? Continuate a seguirmi per la recensione e chissà...





















 













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lunedì 6 ottobre 2025

BLOG TOUR: LA POESIA È CYBERPUNK, Stefania Lucchetti

PRIMA TAPPA


SCHEDA TECNICA:

Titolo: La poesia è cyberpunk 
Autore: Stefania Lucchetti 
Data di pubblicazione: 5 settembre 2025
Ce: Gruppo Albatros 
Costo: ebook 7,00 euro/cartaceo 13,20 euro
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Genere: stili poetici
Numero di pagine: 196


TRAMA:

Non più musa ma guerriera, la voce lirica di Stefania Lucchetti nella silloge La poesia è cyberpunk si muove tra codici e coscienza, tra dati e desiderio, attraversando un mondo in cui la distopia non è più una previsione, ma un presente che ci riguarda. In questa raccolta bilingue, la parola si fa atto di resistenza e insurrezione, innestando umanesimo e tecnologia, ribellione e tenerezza, intelligenza artificiale e carne viva. L’autrice affonda la penna nella rete, hackerando le convenzioni poetiche e riscrivendo l’identità nel cuore di un sistema disumanizzante. Versi chiari e taglienti come vetro, nutriti da una lirica metallica e dialogica, celebrano la fragilità dell’individuo e il riscatto dell’anima nel caos esistenziale. Tra coppe e denari, algoritmi e sogni, Lucchetti sfida la retorica del progresso per cantare una poesia postumana, sensuale, radicale. Nel solco tracciato da Haraway, Gibson e Dick, La poesia è cyberpunk è molto più di un titolo, è una filosofia. Un atto poetico di sopravvivenza. Una voce che non si piega.








COSA CI DICE L'AUTRICE?

La scrittura, per me, nasce come gesto intimo e necessario: è il tentativo di trattenere ciò che scivola, di trasformare il quotidiano in significato, di offrire una voce a tutti i momenti della vita, anche quelli più confusi e ambigui.
Nei miei testi cerco di dare spazio a tutte le storie, emozioni e pensieri che sfuggono alle narrazioni lineari, ma che custodiscono il senso più profondo dell’esistenza.
Per me la poesia è un atto quotidiano. È la possibilità di rallentare lo sguardo dentro una realtà che ci costringe per sua natura alla superficialità e alla velocità. La poesia quindi per me non è evasione, ma un ritorno radicale al presente, un modo per riconnettersi con ciò che accade intorno a sè. La poesia diventa così un esercizio di resistenza e cura: resistenza contro l’omologazione del pensiero, cura verso se stessi e gli altri tramite l’attenzione. Un atto di presenza che costringe a fermarsi, ascoltare, nominare.
Scrivere significa aprire uno spazio di incontro. Non si tratta soltanto di esprimere la mia voce, ma di generare risonanze nell’altro: chi legge, a sua volta, porta le proprie esperienze e trasforma il testo in qualcosa di vivo e condiviso.
Un elemento centrale del mio lavoro è anche la dimensione bilingue. La traduzione non è mai solo trasposizione linguistica, ma un esercizio di attraversamento: permette di scorgere sfumature nuove, di scivolare tra due identità linguistiche e culturali, di mettere in dialogo mondi diversi.
Scrivere in due lingue significa moltiplicare gli orizzonti, e al tempo stesso ritrovare una radice comune nell’umano che ci unisce.
Scrivere poesie è per me un atto di creazione e rivelazione nello stesso tempo. Ogni parola scelta, ogni immagine evocata, cerca di costruire un ponte tra l’anima e il pensiero, un legame che trascende il tempo e lo spazio.


  
















COSA NE PENSO? 

Ho letto le parole dell'autrice e mi ha colpita. Penso anche voi...

Che aspettate? se amate il genere, non vi resta che seguirmi in questo blog tour.





















 













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giovedì 2 ottobre 2025

BLOG TOUR: FACCIO COSE VEDO GENTE, Zeno Maria Pareli

TERZA TAPPA: IL REBUS IRRISOLTO DELL'ETICA







SCHEDA TECNICA:

Titolo: Faccio cose vedo gente 
Autore: Zeno Maria Pareli 
Data di pubblicazione: 17 gennaio 2025
Ce: Paesi edizioni
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Genere: ironico dissacratorio con sfondo sociale 
Numero di pagine: 128


TRAMA:


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IL REBUS IRRISOLTO DELL'ETICA 

Per raccontare e dipanare la matassa del rapporto tra lobbying ed etica, bisogna scomodare Dio e la barzelletta che si racconta su nostro Signore e i lobbisti.
Un lobbista riesce a organizzare un incontro con Dio. Risultato memorabile. Tronfio e smargiasso, si prepara per il meeting curando tutti i dettagli.
Al cospetto dell’Altissimo, con riverenza, esordisce: “Nostro Signore, so che hai pochissimo tempo e che sei super-impegnato. Voglio solo rivolgerti sommessamente tre domande”.
“Va bene. Dimmi pure figliolo…”
“Ma noi lobbisti saremo mai accettati dalla classe politica?”
“Sì, ma non durante la tua carriera.”
‘Fiuuuu, la prima è andata’ pensa il lobbista.
“Ma noi lobbisti saremo mai apprezzati dai media?” prosegue.
“Certamente” risponde Dio, “ma non durante la tua carriera.”
“E ora la terza e ultima” conclude l’uomo. “L’attività lobbistica sarà mai considerata una professione etica?”
Dio riflette qualche secondo e poi fa lapidario: “Sì, ma non durante la mia carriera”».

Ecco la storiella rappresenta bene le difficoltà di dipanare luoghi comuni e cliché sul modello comportamentale dei lobbisti; si arriva a sostenere apoditticamente che questa professione sia una professione a-etica e a-morale per definizione.

In realtà, non è così. Come gli avvocati, i notai, i commercialisti, gli ingegneri, gli architetti, ci sono professionisti seri e altri meno. Chi rispetta le regole, non solo del codice penale, ma di codici di condotta e del buon senso comune. E chi, impenitente, viola ogni legge e norme. Certo, chi ha a che fare quotidianamente con scelte politiche e pubbliche, con impatto su business e risorse finanziarie, deve essere molto più attento e scrupoloso del consueto. Deve quotidianamente confrontarsi e lavorare in team aiuta nel gestire situazione complesse nonché spesso delicate. 

La killer app sono i “contenuti”: il lobbista che propone soluzioni e risposte sulla base di contenuti (e non maneggia solo con l’agenda e le “amicizie sottobracciste”) è sulla buona strada e non rischia di incappare in traffici di influenze illecite e quant’altro.

Per il resto, ci vorrà tempo e …magari una legge sul lobbying.







  
















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mercoledì 1 ottobre 2025

BLOG TOUR: LE SARTE DELLA VILLAREY, Elena Pigozzi

SECONDA TAPPA: SECONDO APPROFONDIMENTO 






SCHEDA TECNICA:

Titolo: Le sarte della Villarey 
Autore: Elena Pigozzi 
Data di pubblicazione: 22 aprile 2025
Ce: Mondadori
Costo: ebook 9,99 euro/cartaceo 17,58 euro
Disponibilità eBookAmazon clicca qui
Disponibilità cartaceoAmazon clicca qui
Genere: narrativa storica
Numero di pagine: 240


TRAMA:


Ancona, 1943. La guerra semina dolore, spezza le famiglie e svuota le case. Lo sa bene Laura, che a diciotto anni è rimasta con il fratello Milo perché la madre è mancata da poco, mentre il padre è a combattere in Grecia e da tempo non dà più notizie. Sarà Alda, vedova forte e generosa che ha cresciuto da sola quattro figlie e che è sarta e factotum alla caserma Villarey, ad aiutare Laura, portandola con sé in caserma perché le dia una mano. E mentre Laura impara il nuovo mestiere, la storia subisce cambi repentini: la caduta del Duce, l'armistizio di Badoglio, l'Italia spaccata in due. Quando il 15 settembre Ancona è occupata dai tedeschi, alla Villarey vengono rinchiusi più di tremila soldati italiani, in attesa di essere deportati in Germania nei campi di lavoro nazisti. Alda però non ci sta ed escogita un piano per l'evasione perfetta. Tratto da un'incredibile quanto straordinaria storia vera, "Le sarte della Villarey" è un'emozionante celebrazione della forza delle donne, un esempio di resilienza e Resistenza che diventa grido di speranza ed esortazione a non rassegnarsi mai al buio del mondo.








APPROFONDIMENTO

Un altro degli elementi fondamentali di questo racconto è la voce delle donne, vere protagoniste sia per coraggio, sia per capacità di sfruttare la loro “invisibilità” per farne la carta vincente del loro piano di fuga. Quasi un modo di affermare la loro forza a partire dal loro ruolo sociale. 
Infine, la resistenza vera delle Anconetane avviene nel più profondo “antimilitarismo”: non imbracciano fucili, ma ago e filo e realizzano un piano di fuga efficacissimo.
Piano che riesce grazie alla loro capacità di fare “rete” di unirsi: le donne di un intero quartiere di Ancona, il Pantano, prendono parte all’elaborazione di una fuga, strutturandone le fasi con grande abilità. È la capacità delle donne di realizzare una potentissima “sorellanza” che si rivelerà vincente.


  
















COSA NE PENSO? 

Questo libro, già dalla trama, mi aveva colpito...questo blog tour può solo alimentare la mia voglia di leggerlo.

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BLOG TOUR: FACCIO COSE VEDO GENTE, Zeno Maria Pareli

QUARTA TAPPA: LA POESIA DEL LOBBISTA SCHEDA TECNICA: Titolo:  Faccio cose vedo gente  Autore:  Zeno Maria Pareli  Data di pubblicazione:  17...